In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli su come scegliere un telescopio riflettore e vediamo quali sono i prezzi dei migliori prodotti sul mercato.
Esistono due tipologie di telescopio: il telescopio rifrattore e il telescopio riflettore. In questa guida parleremo esclusivamente della seconda categoria, la più diffusa a livello commerciale.
Per esempio il telescopio riflettore nell’osservatorio russo di Zelenciukskaja, nel Caucaso, utilizza un gigantesco specchio parabolico capace di convogliare la debole luce delle stelle nel punto focale della parabola stessa. In questo punto è presente un secondo specchio, molto più piccolo, in grado di deviare la luce verso lo strumento di misura, l’oculare o la fotocamera, a seconda della composizione del telescopio.
I primi prototipi di telescopio riflettore impiegavano uno specchio parabolico ottenuto da un unico blocco di vetro; da tale blocco era ottenuto lo specchio tramite processo di abrasione, con un notevole spreco di materiale. Ottenuto il vetro con la forma desiderata, la superficie subiva un processo di argentatura allo scopo di renderla riflettente. Con tale tecnica, sfortunatamente, è possibile ottenere esclusivamente specchi dal diametro massimo di 6 m., superando oltrettutto enormi difficoltà tecniche.
Oltre il diametro massimo di 6 m., esistono difficoltà tecniche irrisolvibili che non permettono alcun tipo di miglioramente, al contrario qualsiasi tentativo di miglioria risulta in un peggioramento della situazione. Questo problema è stato però superato grazie ad un compromesso accettabile: nei moderni telescopi riflettori, lo speccio parabolico gigante è composto da una moltitudine di specchi assemblati tra loro mediante una speciale tecnica che permette di superare il limite tecnico dei 6 m. di diametro. Il vetro usato per la costruzione degli specchi possiede una particolare struttura a nido d’ape che, oltre ad aumentarne la resistenza, riduce il peso della struttura.
Ma perchè usare il vetro per costruire gli specchi che compongono la lente del telescopio? La risposta è semplice: il vetro è capace di rispondere adeguatamente alle esigenze fisiche richieste dalla particolare applicazione, cioè la duttilità in fase di lavorazione del materiale e il basso coefficiente di escursione termica. Dopo il processo di lavorazione del vetro, la superficie è usata come supporto per applicare la lamina specchiante.
Al contrario di come accadeva una volta, attualmente la superficie del vetro non è più ricoperta da un sottile strato di argento: questo materiale è stato sostituito dal più pratico alluminio. Tale processo è quindi detto di “alluminatura” è consiste nell’applicazione di un sottile strato di alluminio per rendere la superficie del vetro completamente riflettente. Grazie a questo processo la lente è capace di raccogliere ed amplificare anche la più debole luce stellare. L’uso del vetro come materiale di base per la costruzione degli specchi iniziò solo a partire dal 1960 circa, prima di allora era il pirex il materiale usato a questo scopo.
Come detto in precedenza, il telescopio riflettore usa una lente parabolica per incanalare la luce stellare nel punto di fuoco; partendo da questo elemento comune ad ogni telescopio appartenente a questa tipologia, la distribuzione di oculare, del piccolo specchio deviante e di altri componenti, possono determinare diverse configurazioni ottiche.
La configurazione ottica determina quale percorso dovrà intraprendere il fascio di luce catturato dalla lente. Tale percorso può essere modificato da ulteriori specchi riflettenti, sferici o piani, oppure rifrangenti. Ogni configurazione ottica ha i suoi vantaggi e svantaggi, ognuno il suo particolare campo di applicazione.
Caratteristiche Telescopio Riflettore Cassegrain
Questa particolare configurazione ottica permette alla luce di compiere un tragitto doppio, consentendo lunghe focali all’interno di un tubo ottico compatto. La struttura è semplice: la configurazione Cassegrain presenta due specchi diversi: il primario presenta una curvatura sferica ed è parabolizzato, presenta un piccolo foro centrale, con l’oculare posto esattamente dietro; il secondario, al contrario, ha una curvatura ellittica ed è iperbolizzato. Il meccanismo di funzionamento è altrettanto semplice: come normalmente accade, lo specchio primario concentra i raggi direttamente nel punto di fuoco dove è però situata la seconda lente; in questo modo la lente secondaria concentra nuovamente i raggi nel punto di fuoco dove è situato l’oculare.
Buona parte dei telescopi sono progettati a partire da una configurazione Newton. Tuttavia, anche la configurazione Cassegrain e le sue varianti sono usate come base progettuale di alcuni telescopi. Queste configurazioni permettono una lunga focale, ridotto campo visivo e, ovviamente, un notevole ingrandimento. Il telescopio Cassegrain presente una lente primaria che presenta un foro centralmente ed un sistema di fuoco derivato dalla configurazione Newton. È possibile anche montare lenti secondarie grazie all’impiego di un braccio meccanico.
La nuova generazione di telescopi MMT ha introdotto la struttura “ad apertura multipla”: uno schema a 6 segmenti che consentono uno specchio virtuale di 4,5 m. Poco dopo il telescopio MMT, il modello “Keck” ha permesso di raggiungere uno specchio virtuale di 10 m.
Il telescopio di ultima generazione impiega un numero variabile di specchi primari, il cui diametro può variare tra 8 e 10 m.; queste lenti possono, grazie alla loro struttura sottile, essere deformati impiegando attuatori meccanici controllati da computer. Grazie a questa nuova tecnologia sarà possibile creare lenti primarie dal massimo diametro di 100 m.
Configurazione ottica Schmidt Cassegrain
Questo telescopio, anche conosciuto come “catadiottrico Schmidt Cassegrain”, è una variante del normale telescopio Cassegrain. La configurazione presenta una coppia di specchi, ambedue a sezione sferica; posta anteriormente è installata una lente correttrice, in grado di introdurre un’aberrazione sferica identica a quella che risulterebbe dalla coppia di specchi, ovviamente di segno opposto; in questo modo l’aberrazione sferica è annullata. A causa della particolare struttura, allo scopo di regolare la messa a fuoco è necessario spostare lo specchio primario lungo l’asse del telescopio.
Il vantaggio principale di questo telescopio è la sua estrema compattezza, senza contare che la struttura a tubo chiuso riduce le turbolenze poste alla sommità, inoltre è considerato un telescopio versatile, adatto ad una molteplicità di situazioni. Tuttavia, la presenza di uno specchio secondario per la correzione dell’aberrazione sferica, impedisce allo sguardo buona parte del campo ottico; questo può comportare anche un notevole decadimento della qualità dell’immagine, specialmente per quanto riguarda il contrasto dei dettagli. L’aberrazione sferica non è mai annullata completamente, ma solo ridotta.
Configurazione ottica Maksutov Cassegrain
Seconda variante del telescopio tradizionale Cassegrain; anche in questo caso la definizione più corretta è “catadiottrico Maksutov Cassegrain”. Molto simile al telescopio Schmidt Cassegrain, questa configurazione è composta da una coppia di specchi a sezione sferica e da un “correttore a menisco”, una sorta di lente con ambedue le superfici sferiche. Il ruolo del correttore a menisco è identico alla piastra correttiva del telescopio Schmidt Cassegrain: introdurre un’aberrazione sferica identica a quella provocata dalla coppia di specchi a sezione sferica, ovviamente di segno opposto, così riprodurre una immagine senza alcun tipo di aberrazione.
Una particolarità di questa configurazione prevede che il correttore a menisco subisca un processo di “alluminatura” nella sua parte centrale interna. Questo accorgimento riduce l’ostruzione causata dalla lente secondaria permettendo una visione più ampia. Sopratutto rende molto più leggera la struttura meccanica poiché non è più necessario uno specchio secondario né del supporto meccanico. Anche la qualità dell’immagine migliora, grazie ad una maggiore nitidezza generale. Anche questa configurazione possiede un lato negativo: il telescopio Maksutov Cassegrain necessita di una lunga focale sul piano ottico.
Esiste una seconda variante del Maksutov Cassegrain, detta Ru-Mak. Questa configurazione introduce nella struttura uno specchio secondario con relativo supporto, come per la configurazione Schimdt Cassegrain, che permette una maggiore versatilità di applicazione del telescopio. Questo telescopio è detto “aplanico”, poiché elimina completamente la possibilità di aberrazioni ottiche dell’immagine; inoltre è compatto e riduce le turbolenze poste alla sommità del tubo ottico, in questo caso della tipologia chiusa. Uno svantaggio notevole è la necessità di un lungo tempo di acclimatamento termico, sopratutto a causa della grandezza del correttore a menisco. Questo tempo può essere tuttavia ridotto con l’installazione, da parte del fabbricante, di ventilatori appositi. Il telescopio Ru-Mak è l’ideale per l’osservazione di oggetti collocati all’interno del sistema solare, stelle doppie oppure di oggetti galattici del fondo cielo.
Caratteristica Telescopio Riflettore Newtoniano
Questa configurazione ottica è la più comune sul mercato, sua caratteristica principale è lo specchio a forma concava che concentra il fascio ottico di luce in una posizione avanzata. Poco prima del punto di fuoco, è installato uno specchio ellittico, o piano, che presenta una inclinazione di 45°, tale specchio devia il fascio di luce direttamente nel tubo contenente l’oculare e lo strumento di messa a fuoco.
Questa configurazione ottica può creare aberrazioni ottiche che devono essere compensate con uno specchio primario a sezione parabolica. Lo specchio secondario, invece, è sostenuto da una particolare struttura a ragnatela che non deve essere ingombrante, pena la possibilità di luce riflessa.
La configurazione Newton è molto apprezzata specialmente per la facilità di costruzione della lente, che ha reso questo telescopio molto popolare a livello amatoriale, e anche per la relativa facilità di costruzione di una lente di elevate dimensioni. Inoltre un telescopio con configurazione ottica Newton ha un vasto campo di applicazione poiché al variare del rapporto di apertura, varia la prestazione del telescopio: con un rapporto f/7 o maggiore, questa configurazione è l’ideale per l’osservazione dei pianeti del sistema solare, invece, con un rapporto f/4, è possibile scattare fantastiche foto astronomiche di oggetti galattici situati nello spazio profondo.
Difetto importante di questa configurazione, comunque risolvibile, è l’aberrazione extra-assiale detta “coma”, che può essere molto fastidioso specialmente in telescopi che presentano un fuoco particolarmente corto. Come detto in precedenza, il “coma” può essere risolto con l’installazione di lenti correttrici lungo il tragitto del fascio di luce. Altro difetto è il notevole ingombro di questa configurazione, specialmente per modelli con una grande apertura. Inoltre può capitare che la qualità dell’immagina venga alterata dai moti convettivi che possono crearsi sulla sommità del tubo aperto.
Telescopi Riflettori più Venduti Online
In conclusione mettiamo a disposizione una lista dei telescopi riflettori più venduti online con i relativi prezzi. Cliccando sul prodotti è possibile accedere alla pagina in cui si trova una descrizione dettagliata e le opinioni degli acquirenti.
Ultimo aggiornamento 2024-11-20 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API