In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli su come scegliere un telescopio e vediamo quali sono i prezzi dei migliori prodotti sul mercato.
La scelta del telescopio, che sia il primo, il secondo o il terzo, è sempre abbastanza complicata, soprattutto per la vasta gamma di prodotti che il mercato offre. Risulta essere proprio questa grande possibilità di scelta che potrebbe fare andare nel pallone molti giovani aspiranti astrofili, che davanti a tutti questi strumenti possono sentirsi come spaesati, senza sapere dove mettere le mani. Spesso è proprio un acquisto errato che fa allontanare un giovane astrofilo dal mondo dell’astronomia amatoriale, magari perché si aspettava altre prestazioni oppure semplicemente perché lo strumento acquistato non lo soddisfa nelle applicazioni a cui doveva essere mirato. Un acquisto mirato e fatto con attenzione potrebbe fare avvicinare ancora di più un giovane astrofilo al mondo dell’astronomia amatoriale, magari spingendolo ad acquistare un nuovo telescopio migliore dopo qualche tempo.
Ultimo aggiornamento 2025-01-17 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Schemi Ottici dei Telescopi
I telescopi si suddividono generalmente in tre tipi, cioè riflettori, rifrattori e catadiottrici.
Il telescopio riflettore, lo si capisce dal nome stesso, riflette la luce che assorbe e quindi sarà composto da specchi.
Il telescopio rifrattore, invece, rifrange la luce che assorbe, ed è costituito da lenti.
Infine, il telescopio catadiottrico, o ibrido, utilizza in combinazione specchi e lenti.
Il telescopio riflettore per eccellenza è il riflettore newtoniano, e prende il nome dall’astronomo che lo realizzò per la prima volta, Isaac Newton. Il newtoniano ha uno schema molto semplice, uno specchio, posto in fondo al tubo ottico, chiamato specchio primario, riflette la luce che riceve su un secondo specchio, lo specchio secondario, che la riflette verso l’occhio dell’osservatore nel focheggiatore.
Del telescopio riflettore la variante più diffusa è il riflettore Cassegrain, lo specchio secondario riflette la luce in direzione dello specchio primario, forato al centro. In questo caso il focheggiatore è sistemato dietro al tubo ottico e non a lato come nel newtoniano.
Il telescopio rifrattore, invece, si serve della rifrazione della luce e devia i raggi che riceve in un punto che si trova sul piano focale del telescopio.
Il telescopio rifrattore si può trovare nelle varianti acromatico, semi apocromatico e apocromatico.
Il rifrattore acromatico non riesce a mettere a fuoco nello stesso punto i tre canali della luce visibile RGB, ciò comporta la presenza del cromatismo, per cui le immagini saranno bordate di rosso blu.
Il rifrattore apocromatico invece riesce in questo tipo di operazione, presentando immagini prive di cromatismo.
Il semi apocromatico possiamo definirlo come una via di mezzo e si caratterizza per un cromatismo molto contenuto.
Il telescopio catadiottrico è il telescopio con lo schema ottico più complesso. Le quattro principali configurazioni catadiottriche sono lo Schmidt-Cassegrain, il Maksutov-Cassegrain, lo Schmidt-Newton e il Maksutov-Newton.
Il primo, molto diffuso tra gli astrofili di tutto il mondo, presenta una lastra correttrice sull’obiettivo del telescopio che serve ad eliminare le aberrazioni. In fondo al tubo ottico presenta uno specchio che riflette la luce su uno specchio secondario ancorato alla lastra correttrice. Da qui la luce viene riflessa nel focheggiatore.
Il Maksutov funziona allo stesso modo, solamente che al posto della lastra correttrice ha il menisco e lo specchio secondario spesso è ottenuto alluminando la parte centrale del menisco.
Lo Schmidt-Newton e il Maksutov-Newton hanno per base una configurazione newtoniano, ma presentano all’apertura del tubo ottico rispettivamente una lastra correttrice o un menisco, caratteristiche dell’SC e del Mak.
Caratteristiche
Le caratteristiche principali che differenziano i vari telescopi in vendita sono le seguenti.
Diametro
Il diametro di un telescopio altro non è che la dimensione dell’apertura massima, misurata in pollici o millimetri, dell’obiettivo ottico. Il diametro determina non solo la quantità di luce che passa nel sistema ottico, ma anche la possibile risoluzione dell’immagine che si ottiene. Più aumenta il diametro, più aumenta la risoluzione dell’immagine, ma può aumentare, di conseguenza, anche la sensibilità dello strumento a eventuali turbolenze atmosferiche.
Lunghezza focale
Così si chiama la lunghezza del percorso della luce dentro al tubo ottico, da quando entra nell’obiettivo fino a quando raggiunge il fuoco dell’oculare.
Rapporto focale diametro
Questo rapporto, definito focale diametro è un valore fondamentale per determinare l’uso stesso dello strumento. Esattamente come nel caso degli obiettivi delle macchine fotografiche, questo rapporto ne determina la capacità di ricevere nel migliore dei modi le informazioni.
Potere risolutivo
Il fenomeno chiamato di diffrazione ottica, ossia il limite che viene posto alla risoluzione massima di un telescopio, è legato al disco di Airy, e determina la distanza minima a cui si devono trovare due oggetti in osservazione per poterli distinguere uno dall’altro. Questo limite viene anche chiamato limite di risoluzione di Sparrow o limite di diffrazione. Questa distanza minima tra due oggetti aumenta o diminuisce con l’aumentare o con il diminuire della lunghezza d’onda della luce che viene osservata, mentre è inversamente proporzionale al diametro dell’obiettivo dello strumento.
Questo significa che uno strumento dotato di un obiettivo con un determinato diametro può risolvere oggetti di una determinata lunghezza d’onda fino a un determinato punto. Se si desidera ottenere una maggiore risoluzione nell’osservazione di un oggetto della stessa lunghezza d’onda, è necessario affidarsi a uno strumento di dimensioni maggiori.
Nella scienza astronomica, il potere di risoluzione è il minimo angolo di separazione tra due stelle una vicina all’altra, e viene misurato in secondo d’arco. Ad esempio, i nostri occhi hanno un potere di risoluzione di un minuto d’arco, mentre un telescopio con un obiettivo di 114 mm ha una risoluzione a un secondo d’arco, anche se la stabilità del telescopio stesso, eventuali turbolenze e la qualità dei componenti dell’obiettivo possono determinare variazioni, all’atto pratico, in questi valori teorici.
Ingrandimento
Le capacità di un telescopio di ingrandire un’immagine dipendono dalla lunghezza focale dello strumento e dal tipo di oculare installato. Se si divide la lunghezza focale per la lunghezza oculare si ottiene l’ingrandimento. Un esempio pratico. Uno strumento con lunghezza focale di 1000 millimetri con un oculare da 12 ha come risultato 83 ingrandimenti.
Come in tutti gli strumenti ottici, anche i telescopi hanno dei limiti di utilizzo relativi agli ingrandimenti, sia a causa della restrizione del campo visivo sia perché la nitidezza e il dettaglio sono definiti dal potere di risoluzione, quindi un ingrandimento eccessivo darà origine solo a un’immagine non nitida, confusa e dai contorni sfumati. Risulta essere un effetto molto simile a quello che si ottiene quando si ingrandisce eccessivamente un’immagine al computer con lo zoom.
Percentuale di ostruzione
Si chiama ostruzione un determinato valore che viene calcolato esclusivamente nei telescopi a riflessione che utilizzano uno specchio di riflessione secondario, la cui stessa dimensione rappresenta un’ostruzione per la luce che vi entra e va a influire sul contrasto dell’immagine. Solitamente l’ostruzione ha valori tra il 10% e il 45%.
Ottiche
Un telescopio è formato da un obiettivo, che raccoglie e produce l’immagine, e da un oculare, un sistema di lenti che la ingrandisce. La qualità delle ottiche è fondamentale e dovrebbe essere la prima cosa da prendere in considerazione quando si compra un telescopio. Dalle caratteristiche dell’obiettivo dipendono infatti i parametri sostanziali di un telescopio
-il suo diametro o apertura decide la quantità di luce che può essere raccolta e il potere di risoluzione delle immagini
-la lunghezza focale fornisce il fattore d’ingrandimento
-dal rapporto focale, risultante dalla relazione tra diametro e lunghezza focale, dipende la luminosità dello strumento, in sintesi l’anima stessa del telescopio.
Gli oculari, che possono comunque essere acquistati a parte, si distinguono in base al numero di lenti. Hanno lunghezze focali da 4mm, ad elevato ingrandimento, a 40mm. Ne esistono in commercio molti tipi, dai più economici a due o tre lenti a quelli più costosi e tecnologicamente avanzati, con cinque-otto elementi.
I più usati sono gli oculari Plössl, riconoscibili dai simboli P o PL, adatti anche a chi porta gli occhiali. Per chi vuole spendere di più ci sono gli oculari di alta qualità Ultrawide angle, veri e propri grandangoli stellari. Comprate un corredo di almeno tre oculari, ad ingrandimento basso, medio ed elevato, per esempio 9 mm-15 mm-25 mm.
Montatura
La montatura è la componente meccanica che, in un telescopio, serve a reggere l’apparato ottico e le strumentazioni per l’osservazione, ossia il fotometro, lo spettrografo, il CCD e tutte le altre parti. Ma la sua utilità fondamentale risiede nella sua capacità di compensare il movimento rotatorio terrestre, e quindi il movimento apparente dei pianeti e delle stelle in senso opposto a quello, sempre apparente, del cielo. Così l’astro che si desidera osservare è sempre in una posizione centrale all’interno del campo visivo. Per essere davvero efficiente, una buona montatura deve rispondere a tre requisiti fondamentali
-Meccanico, la caratteristica principale della montatura deve essere la rigidità e l’assenza totale di flessioni o variazioni di forma e di stato. La velocità di inseguimento deve essere costante di modo che l’oggetto osservato rimanga sempre al centro del campo di osservazione, senza fughe. Inoltre la sua meccanica deve essere assemblata con il massimo grado di precisione, di modo da evitare il formarsi di giochi meccanici che potrebbero incidere sul grado di precisione del telescopio.
-Elettronico, è importante che ogni buon telescopio sia dotato di un sistema elettronico dotato di una pulsantiera o anche di un computer, che permetta il controllo dei movimenti e una gestione ottimale del puntamento degli astri.
-Informatico, è il software che serve a comunicare con gli apparati elettronici e meccanici del telescopio, e che permette non solamente il corretto puntamento di un astro ma anche l’eliminazione degli eventuali errori strumentali attraverso correzioni dei movimenti. In più, consente di controllare il telescopio da remoto, ad esempio via internet.
Accessori
La quantità di accessori per uno strumento come il telescopio è notevole, ma occorre fare attenzione, accessori mediocri rovinano parecchio anche il migliore dei modelli. Meglio quindi acquistarne anche pochi, ma di qualità elevata.
Montature e movimenti del telescopio
La montatura è la parte meccanica cardine di ogni telescopio, sulla quale si fonda materialmente l’intero sistema ottico.
Deve essere rigida, per evitare vibrazioni allo strumento e rendere impossibile qualunque osservazione. Ne esistono due principali tipi, la montatura altazimutale e la montatura equatoriale. Quella altazimutale è la più semplice e diffusa: lo strumento può muoversi secondo due assi ortogonali tra loro, uno verticale o in altezza e l’altro orizzontale o in azimut.
Altezza e azimut rappresentano le coordinate usate per localizzare le posizioni degli oggetti visibili, non soltanto celesti. Nella montatura equatoriale invece occorre mettere in polo uno degli assi, chiamato asse polare. Ciò significa puntarlo rigorosamente verso il polo nord celeste e renderlo parallelo all’asse di rotazione della Terra. In questo modo per seguire il movimento di un oggetto celeste puntato dallo strumento, bisogna solamente ruotare il telescopio attorno all’asse polare, con una velocità pari e in senso contrario a quella angolare della Terra.
Tutto il movimento è motorizzato. Le stelle, i pianeti e gli oggetti del cielo sono identificati con apposite coordinate equatoriali, l’ascensione retta e la declinazione. La montatura equatoriale permette quindi di individuarli utilizzando semplicemente i cerchi graduati.
Cercatore
Risulta essere un cannocchiale di dimensioni ridotte che viene posizionato di fianco al telescopio, per aiutare a trovare l’oggetto celeste da esaminare. Con il cercatore si riesce infatti ad inquadrare facilmente l’area della volta celeste che comprende l’oggetto, facilitando il successivo puntamento del telescopio.
Lente di Barlow
Risulta essere una lente che raddoppia la focale degli obiettivi e quindi il fattore d’ingrandimento.
Cannocchiale polare
Serve per aumentare la precisione durante la fase della messa in polo degli strumenti a montatura equatoriale. I cannocchiali polari hanno reticoli speciali che indicano la posizione esatta in cui collocare l’immagine della stella polare, per posizionare quindi in modo corretto l’asse polare del telescopio.
Filtri
I filtri colorati si applicano al telescopio tutte le volte che si vuole selezionare una data gamma di lunghezza d’onda della luce, che possa far risaltare i particolari ad esempio di un pianeta o per fare foto alle nebulose e per altri usi ancora. A tal proposito ricordatevi che per osservare il nostro amato sole è obbligatorio utilizzare un filtro di tipo neutro, che abbassa la luminosità dell’immagine, proteggendo gli occhi. Per le osservazioni astronomiche dei corpi celesti più distanti, disturbate dalle luci delle grandi città è oggi possibile reperire in commercio un filtro speciale chiamato nebulare, che riduce l’inquinamento luminoso.
Tra la varietà di accessori abbinabili a un telescopio, i più diffusi sono sicuramente le fotocamere. Tra gli appassionati che utilizzano la pellicola, il modello più utilizzato è la vecchia reflex manuale, che permette di mantenere l’otturatore aperto per tutto il tempo che si desidera, senza problemi derivati dall’esaurimento delle batterie. Chi invece preferisce le fotocamere digitali, la continua evoluzione della tecnologia mette a punto ogni anno modelli sempre nuovi, dalle comuni fotocamere ai complessi CCD dotati di sofisticati sistemi di raffreddamento, in grado di catturare immagini di elevatissima qualità. Spesso questi accessori hanno bisogno dei necessari adattatori o di quello che viene definito ‘sistema di guida’, solitamente basato su un secondo telescopio affiancato al primo, ma anche fuori asse. Anche di questi sistemi ne esistono parecchi tipi, tutti accomunati dal fatto di possedere un reticolo illuminato che ricopre la funzione di mirino.
Come Scegliere un Telescopio
La scelta di un telescopio, se eseguita con rigore seguendo delle indicazioni e soprattutto delle condizioni oggettive, si potrebbe rivelare molto più semplice di quanto non si pensi. Nella scelta di uno strumento influiscono principalmente 4 fattori
-La possibilità economica
-L’uso che si vuole fare della strumentazione
-Il cielo di cui si dispone
-La possibilità o meno di spostarsi alla ricerca di cieli bui e con il minore indice di IL, cioè inquinamento luminoso.
Sono tutti fattori molto importanti e determinanti nella scelta del nostro telescopio ideale. Ovviamente la possibilità economica è forse la più determinante. Stimare un budget massimo da spendere è un fondamentale passo per eliminare una sfilza di strumenti dalla nostra lista.
Il secondo punto, ovvero l’utilizzo che si vuole fare del telescopio, è un altro elemento importante per la nostra scelta. Bisogna distinguere tra uso fotografico del profondo cielo, uso fotografico del sistema solare, uso visuale planetario, uso visuale del profondo cielo e uso mordi e fuggi.
Prendendo in considerazione questo fattore si eliminano un’altra gran parte di possibili strumenti.
Ma per dirla in breve, questo secondo punto si può riassumere in una sola domanda, cioè capire se si preferisce il profondo cielo o il planetario.
Forse è questo il fattore fondamentale di scelta, dato che un telescopio che fa bene in tutti e due i campi, a prezzi modici non si trova, o è molto difficile da trovare. Quindi, nella maggioranza dei casi, un’attività deve soccombere all’altra, ma non per questo la parte che soccombe sarà una schifezza. Risulta essere dura da accettare, però è così.
Ultimi due fattori, ma non per questo meno importanti, sono la qualità del cielo di cui si dispone e, nel caso si disponga di un cielo con molto IL come può essere quello sub urbano o cittadino peggio ancora, la possibilità di andare o meno alla ricerca di un buon cielo privo di IL, che molto spesso coincide con i cieli di montagna e campagna.
Le situazioni in cui si può trovare sono sostanzialmente quattro
-ci piace l’osservazione planetaria ma abbiamo un cielo molto inquinato
-ci piace l’osservazione planetaria e abbiamo un ottimo cielo
-ci piace l’osservazione del profondo cielo ma abbiamo un cielo molto inquinato;
-ci piace l’osservazione del profondo cielo e abbiamo un cielo molto buono.
Nel caso avessimo un cielo inquinato, quindi in due delle quattro possibilità, dobbiamo aggiungere varianti, ovvero quella di potersi spostare sotto un cielo più buio oppure no.
Ci piace l’osservazione planetaria ma abbiamo un cielo molto inquinato.
Se la vostra situazione è questa, capitate davvero a fagiolo. Infatti l’osservazione planetaria non viene disturbata dall’IL come avviene con il profondo cielo. Ovviamente immagino che non vogliate rinunciare del tutto alle osservazioni del profondo cielo, per questo se avete magari la possibilità di andare sotto un cielo buono è ancora meglio. Bene o male tutti i telescopi vanno bene sul planetario, ma quelli più indicati sono i rifrattori, i Makstuv e gli Schmidt-Cassegrain. Le differenze tra queste tre tipologie di strumenti ci sono, a partire dall’ingombro. Un SC, Schmidt-Cassegrain, da 20cm occupa poco spazio, è molto compatto, pensate che come lunghezza non arriva ai 50cm, stesso discorso per i Maksutov, molto compatti. Già un rifrattore da 10cm occupa molto più spazio rispetto ad un catadiottrico, pensate che se aperto a f/10 sarà lungo bene o male 1 mt. Mano a mano che l’apertura dei rifrattori sale, sale anche l’ingombro e soprattutto il prezzo.
Altra differenza tra questi sono gli schemi ottici. Qua c’è da aprire una parentesi. I rifrattori si dividono in tre categorie, acromatici, semi-apocromatici e apocromatici. acro non riescono a mettere a fuoco tutti insieme le tre componenti della luce e peccano di cromatismo, ovvero di immagini colorate appunto per via di questa non perfetta messa a fuoco delle tre componenti. Gli apo invece riescono in questa missione e hanno un contrasto eccezionale. I semi apocromatici sono una via di mezzo diciamo. Per dirla breve, un apo può venire a costare anche il doppio o il triplo di un pari acro, ovviamente ci sono quegli acro fatti davvero bene che costano poco di meno di un apo di pari apertura e presentano poco cromatismo.
I due catadiottrici hanno invece prezzi abbastanza contenuti, pensate che un SC/Mak da 13/15cm costa molto di meno di un buon acro di pari apertura.
Il più adatto tra questi 3 per le osservazioni deep è forse l’SC, dato che può arrivare a grandi aperture mantenendo un prezzo in proporzione molto più basso rispetto ad un pari Mak e sensibilmente ad un rifrattore.
Ecco il vantaggio dell’SC, raggiungere grandi aperture mantenendo un prezzo, in proporzione, più basso.
Però c’è il rovescio della medaglia, grandi aperture catturano più IL e più turbolenza, quindi un SC da 20cm soffrirà maggiormente il seeing rispetto ad un SC da 15cm e mostrerà un fondo cielo più chiaro quanto più l’IL è presente.
Stesso discorso, qua è universale, per tutti gli schemi ottici. Quindi, scegliere un SC/Mak da 13/15cm o rifrattore da 8/10cm se non vi potete muovere dalla città o SC/Mak da 20cm e rifrattori da 10/13cm se potete andare sotto degli ottimi cieli. In base al vostro budget massimo poi vedrete quale modello potete permettervi ovviamente, sia come ottica ma soprattutto come apertura: se per un SC da 13cm può andare bene una montatura da 200 euro, per un SC da 20cm minimo si dovrebbe spendere sui 400 euro di montatura.
Ci piace l’osservazione planetaria e abbiamo un ottimo cielo.
Stesso discorso nella prima opzione, solo sarebbe meglio prendere il telescopio dall’apertura maggiore, dato che lo si può sfruttare bene anche sul profondo cielo non disturbato dall’IL. In questo caso si potrebbe aggiungere un’altro tipo di telescopio, un riflettore newtoniano da 20cm. Buono sui pianeti e ottimo sul profondo cielo.
Ci piace l’osservazione del profondo cielo ma abbiamo un cielo molto inquinato.
Siamo messi maluccio, soprattutto se non potete spostarvi. L’IL danneggia troppo il profondo cielo, tanto è vero che un osservatore cittadino non ci spreca nemmeno tempo per cercare di vedere una piccola galassia, sempre che dalla città di possa vedere.
Se non possiamo spostarci, l’ideale sarebbe un newton da 13/15cm. Oppure vi convertite alle osservazioni planetarie e vale lo stesso discorso del punto 1.
Se invece potete spostarvi, la musica cambia eccome. Il primo telescopio che mi viene in mente per il profondo cielo è il dobson, che non è altro un telescopio newtoniano ma su montatura altazimutale. Estrema facilità d’uso e grandi aperture, ma grandi, anche fino a 40cm per le versioni amatoriali più comuni, mantenendo il prezzo davvero modico in rapporto agli altri schemi ottici, un dobson da 20cm non supera i 450 euro e un dobson da 30cm di solito non va oltre i 1300 euro.
Un problema potrebbe essere l’ingombro, un 30 cm pesa e non poco, ed ingombra non poco, e potrebbe essere complicati portarselo fuori città magari se si ha una piccola utilitaria. Però, fatta la legge fatto l’inganno come si dice. Un tipo di dobson è quello a traliccio, ovvero a tubo aperto e non chiuso, così da poterlo smontare e montare ogni volta.
Il grande svantaggio del dobson è che, essendo su altazimutale, non può inseguire. Infatti lo si cerca di evitare se l’uso che si vuole fare del telescopio è l’osservazione planetaria e la fotografia in generale. Quindi, se dovete restare in città, newton da 13/15cm oppure convertitevi al punto 1. Se invece potete spostarvi, prendete il dobson più grande che potete.
Ci piace l’osservazione del profondo cielo e abbiamo un cielo molto buono
Come l’opzione numero 1, vi trovane nella situazione perfetta, Prendete il dobson più grande che potete.
Recensione dei Migliori Telescopi
Celestron C8
Parto subito dicendo che si tratta di un telescopio con ottica Schmidt – Cassegrain, il cui nome deriva dalla fusione di uno schema ottico Cassegrain a cui è stata applicata la lastra di Schmidt.
Per farla semplice, la luce entra attraverso la lastra di Schmidt, arriva in fondo al telescopio dove c’è uno specchio che la riflette nuovamente in avanti, dove c’è un ulteriore specchio, chiamato moltiplicatore. Questo specchio ha lo scopo di moltiplicare in un certo senso il percorso della luce, la quale viene poi riflessa definitivamente nel focheggiatore e quindi all’oculare. Proprio a causa del percorso e dei due specchi principali, è necessario avere una lastra in entrata che serve per appianare il più possibile l’aberrazione sferica introdotta dall’elaborazione del segnale luminoso ad opera degli specchi. Essendo quindi presente una lastra proprio nell’apertura del telescopio, va da se che si tratta di un oggetto veramente delicato e a cui prestare assoluta attenzione. Se casca e si rompe la lastra, il telescopio non si può riparare.
Il motivo per cui si attua tutta questa moltiplicazione è presto detto, il telescopio ha una focale molto lunga, nel C8 è precisamente di 2 metri. Il che significa che essendo l’apertura di 200mm e la focale di 2.000mm, abbiamo un rapporto focale pari a 10.
Inutile dire che con una focale cosi lunga, il telescopio per forza di cose diventa una macchina lenta, e con la presenza della lastra, tutta l’ottica rimane racchiusa dentro al tubo senza circolazione di aria. Questo implica che il telescopio ha dei tempi di ambientamento abbastanza lunghi, almeno trenta minuti se avete fretta, mentre un’ora e passa sono le tempistiche adeguate per iniziare a vedere un netto miglioramento.
Altro aspetto, la focale lunga lo rende molto sensibile alle turbolenze dell’atmosfera, quindi in certi casi può risultare difficile la messa a fuoco.
Infine, proprio sulla messa a fuoco bisogna mettere l’accento, perchè il fuoco viene ottenuto con una manopola posta all’esterno della culatta ed agendo su quella, un perno sposta lo specchio principale allungando o diminuendo l’estrazione del fuoco. Questo non ha grossi problemi nel visuale, ma nel fotografico può essere di difficile gestione dal momento che in alcune condizioni può capitare che lo specchio si sposti di un micron e faccia quindi perdere la perfetta messa a fuoco.
Nonostante questi aspetti che apparentemente possono sembrare dei difetti, Celestron C8 è un telescopio per tutti. Io lo trovo ottimo per iniziare a fare sul serio, per fotografare oggetti piccoli del cielo e anche per studiare.
Risulta essere semplice da trasportare, leggero nonostante il diametro, e ha una buona resa in fotografia nonostante la questione sia parecchio dibattuta online.
Sicuramente il telescopio è ottimo per l’osservazione e fotografia dei pianeti, che si presentano davvero pieni di dettagli grazie ai forti ingrandimenti della sua lunga focale, ma anche nel deep sky permette di ottenere belle soddisfazioni.
- Tubo ottico Schmidt Cassegrain diam. 203mm, focale 2032mm (f/10), ostruzione 0.31
- Specchio primario con trattamento Starbright XLT
- Cercatore 6x30
- Diagonale prismatico 31,8mm, portaoculare 31,8mm
- Barra a coda di rondine per CGE/NEQ6 (tipo "Losmandy" 75mm)
Ultimo aggiornamento 2023-09-01 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Seben Big Boss 1400-150 EQ3
Se ti sei messo alla ricerca di un telescopio significa che la tua passione per l’astronomia sta diventando davvero importante e non ti basta più nemmeno un binocolo.
A questo punto dovresti capire su quali oggetti celesti rivolgere l’osservazione. Quelli più lontani, per esempio, non sono certo visibili con un telescopio poco potente. Se invece ti accontenti di osservare la Luna e i pianeti del sistema solare allora un modello base potrebbe bastarti. In più, risparmieresti una discreta somma di denaro.
Da questo punto di vista il Seben Big Boss rappresenta una soluzione molto valida perché ha un vantaggio che può interessare tutti: l’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Un importante parametro tecnico al quale fare riferimento è l’apertura, cioè il diametro della lente principale e per una buona osservazione è consigliabile non scendere sotto i 130 mm. Bene, Big Boss vanta un’apertura di ben 150 mm che garantisce un’ottima luminosità e contrasto di tutti i corpi celesti. Risulta essere possibile osservare oltre 5.500.000 di stelle e anche gli oggetti più lontani come nebulose e galassie risultano visibili; il tutto a un prezzo che non ti aspetti.
Il migliore telescopio per le tue esigenze potrebbe rivelarsi non tanto quello più performante o economico, ma quello più pratico e comodo da usare.
Questi strumenti hanno infatti un peso e delle dimensioni a volte davvero notevoli e potrebbero rivelarsi troppo ingombranti da sistemare, per non parlare della possibilità di trasportarli.
Le migliori osservazioni si fanno dove l’inquinamento luminoso è minore, per esempio in montagna, ma se decidi di spostarti dalla città devi considerare l’ingombro che il telescopio occuperà in macchina. In realtà anche solo spostarti dal balcone al giardino comporta la seccatura di doverlo smontare e rimontare. In questo caso i modelli più voluminosi come i Dobson sono da sconsigliare.
Il vantaggio che invece offre un telescopio come il Seben è di essere del tipo catadiottrico, il più adatto per essere trasportato in giro. È infatti leggero e maneggevole e ha un design molto compatto. In più si monta facilmente e in poco tempo.
La montatura è una parte importante in un telescopio e deve essere solida, altrimenti trasmetterà tutte le vibrazioni al tubo ottico a danno della qualità dell’osservazione. Ne esistono di vari tipi; il vantaggio offerto da quella cosiddetta equatoriale – presente nel Seben – è la possibilità di poter fotografare gli oggetti celesti poiché rimangono inquadrati sempre nello stesso punto.
Colpisce di Big Boss anche la ricca dotazione di accessori, ognuno dei quali ha un costo non indifferente in sé ma che vengono inclusi nella confezione.
Il treppiede in alluminio, per esempio, è stabile e regolabile in altezza e offre il vantaggio di poter alternare l’esplorazione celeste con quella terrestre. Tale tipo di osservazione è resa possibile dalla lente di inversione che raddrizza l’immagine capovolta fornita dal telescopio. Anche questa fa parte della dotazione.
Da sottolineare altri due accessori presenti che sono il filtro lunare, indispensabile per individuare efficacemente crateri e altri dettagli sulla sua superficie; e due oculari Plössl che, a differenza di quelli standard, sono di qualità superiore e offrono il beneficio di ottenere un’immagine migliore.
- Magnitudine visuale: visibili fino a 13,8M! (ca. 5.650.000 stelle visibili!)
- Diametro dello specchio: 150mm
- Distanza focale: 1400mm (sistema catadiottrico)
- Ampliabile tramite focheggiatore da 31,7mm (1,25"): astrofotografia, filtri, ecc.
- Ingrandimento: PL 6,5mm/215x, PL 25mm/56x
Ultimo aggiornamento 2024-04-26 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Ziel Galaxy 1 Evolution
Ziel Galaxy 1 Evolution è un telescopio che si pone nella fascia entry level sia per i costi che per l’utilizzo. Risulta essere un riflettore newtoniano, 150mm di apertura e 750mm di focale, che lo rendono un telescopio semplice da utilizzare e molto luminoso.
Personalmente l’ho trovato ottimale per imparare, nella versione da me acquistata era presente anche la montatura Eq5 con due contrappesi, cannocchiale polare e telescopio.
Ho avuto modo di testare lo Ziel Galaxy 1 Evolution anche in fotografia, è stato grazie a questo telescopio se sono approdato a questo hobby.
Il telescopio esce già configurato per scattare le prime foto, grazie all’adattatore filettato T2 presente. Quello che quindi dovrete fare per scattare la prima foto è procurarvi una reflex e acquistare un anello T2 specifico per la vostra macchina, che andrà innestato al posto dell’obbiettivo da un lato, mentre l’altro va avvitato all’adattatore presente sul focheggiatore.
Nonostante il prezzo sia relativamente contenuto, posso dire che se collimato bene garantisce grandi soddisfazioni, io l’ho utilizzato con profitto anche per foto a lunga posa in seguito ad una modifica che ho effettuato alla montatura, applicando una porta St4.
Si può dire che sia dal punto di vista fotografico che visuale, il telescopio si comporta bene, nonostante abbia diversi limiti. Uno di questi è rappresentato dal focheggiatore che è molto ballerino e quindi può capitare di perdere il fuoco durante le pose. Inoltre avendo un focheggiatore a lungo profilo, bisogna stare attenti nell’acquisto di periferiche di acquisizione perchè potrebbero non andare a fuoco. Non ho installato mai alcun filtro particolare, quindi le prove sono state fatte sempre al fuoco diretto. Questo aspetto ovviamente non c’è nel caso delle osservazioni.
La corta focale può creare qualche piccolo problema in visuale sugli oggetti deboli, dove sarebbe consigliabile l’applicazione di un filtro a banda stretta per staccare di più le nebulose. I dettagli presenti sui pianeti sono entusiasmanti per chi è alle prime armi, Saturno appare molto nitido anche spingendo con gli ingrandimenti, mentre Giove mostra un accenno delle sue bande. Per quello che riguarda invece la fotografia, la corta focale lo rende uno strumento parecchio veloce e permette di affacciarsi al largo campo. Per esempio è possibile fotografare con una canon tutto il campo delle pleiadi, andromeda, m8 e qualche campo stellare aperto senza ricorrere necessariamente alla tecnica di foto a mosaico.
Purtroppo, essendo Ziel Galaxy 1 Evolution un telescopio economico, le rifiniture sono praticamente inesistenti e non è sempre di facile collimazione, anche se bisogna dire che grazie al poco peso dello specchio da 150mm, se si presta attenzione nelle manovre di montaggio e trasporto, difficilmente bisognerà collimarlo spesso.
Newton GSO 250 F5 Carbon Fiber
Si tratta di un riflettore newtoniano, con diametro 250mm e con una focale di 1.250mm circa che lo rende un telescopio molto veloce senza perdere in dettagli, grazie all’ampia apertura.
Il telescopio ha un peso relativamente basso, grazie all’intubazione completamente in fibra di carbonio che lo rende rigido e lo mantiene sempre in tiro, senza che vi siano flessioni dovute all’enorme mole.
Newton Gso 250 Carbon Fiber F/5 essendo intubato in carbonio, non soffre delle flessioni che normalmente telescopi di queste dimensioni soffrono, a patto comunque di optare per un attacco losmandy.
Ovviamente per sostenere il telescopio, è necessaria una montatura che supporti il peso necessario, e non è solo una questione di peso. Essendo un telescopio abbastanza lungo, c’è rischio che con un filo di vento faccia effetto bandiera, rendendo cosi le pose fotografiche particolarmente difficili da ottenere nella maniera corretta.
Si tratta fondamentalmente di un telescopio adatto principalmente alla fotografia più che al visuale, anche in virtù del fatto che se state puntando allo zenit è necessaria una scala per arrivare al focheggiatore che si troverà almeno a due metri di altezza. Oltre a questo aspetto, il telescopio esce dichiaratamente con un setup fotografico, tanto è vero che per metterlo correttamente a fuoco con un oculare viene fornita una apposita prolunga. in quanto lo specchio primario si trova spostato rispetto alla naturale posizione proprio per permettere una messa a fuoco agile con i sensori e le reflex.
Newton Gso 250 Carbon Fiber F/5 ha già tutto ciò che serve per renderlo una macchina agevole nelle operazioni di ordinaria manutenzione, bob knobs sia al primario che al secondario per permetterne una collimazione semplice e rapida e senza ausilio di chiavi a brugola ed una bella ventola a 12V sullo specchio posteriore per facilitare l’ambientamento delle ottiche. Queste semplici accortezze permettono di recuperare il tempo speso nelle fasi di bilanciamento e montaggio del setup.
Newton Gso 250 Carbon Fiber F/5 arriva parzialmente smontato direttamente dalla fabbrica. Lo specchio primario è già alloggiato all’interno della sua cella e quindi perfettamente bilanciato, mentre il secondario è completamente da montare. All’apertura del pacco di spedizione, si trova il tubo con il solo focheggiatore già installato nel tubo, ma l’operazione di montaggio è abbastanza semplice a patto di prestare attenzione a tali manovre.
Essendo un telescopio con un diametro cosi ampio, è opportuno dotarsi di un correttore di coma per effettuare sia le sessioni osservative che fotografiche, in quanto la sfericità dello specchio introduce sensibilmente aberrazioni. Ho avuto in dotazione il correttore di coma specifico, creato appositamente per questo telescopio e devo dire che lavora in maniera eccellente, le stelle ai bordi appaiono praticamente corrette su tutti e quattro i lati del sensore.
Come ho specificato, il telescopio è parecchio leggero nonostante le dimensioni, si riesce praticamente a montare e smontare in autonomia e senza la necessaria presenza di collaboratori. Questo è un aspetto non di poco conto se si valuta anche la possibilità di montarlo su equatoriali tipo la Eq6 che hanno ovviamente i loro limiti di tolleranza.
Il focheggiatore di serie è un normalissimo crayford, niente di superlativo ma fa davvero degnamente il proprio lavoro. Ho avuto modo di provarlo sia con un ccd che con una reflex e devo dire che non ho nulla da segnalare in termini di difficoltà di messa a fuoco e di gestione del peso.
Telescopio Economico National Geographic 76/350
Per comodità, possiamo distinguere i telescopi in due grosse categorie, quelli sofisticati e adatti ad astrofili già esperti e quelli realizzati per un pubblico che si sta avvicinando per la prima volta al mondo dell’osservazione celeste.
Se ti ritrovi in quest’ultima categoria, il telescopio National Geographic garantisce prestazioni soddisfacenti e, grazie anche alla notevole praticità, può diventare un ottimo regalo anche per i tuoi figli o i tuoi nipoti.
L’apertura da 76 mm e la focale da 350 mm non permettono certo di osservare nebulose o galassie lontane ma la Luna, per esempio, appare nitida con i crateri e i mari ben definiti. Sono visibili anche i pianeti del sistema solare.
Difficile chiedere di più da un telescopio con un prezzo così competitivo.
Generalmente i telescopi di tipo dobsoniano sono imponenti, molto pesanti e anche piuttosto costosi. Consentono un’osservazione di grande livello ma hanno lo svantaggio di essere scomodissimi da spostare o trasportare.
Il modello commercializzato dalla National Geographic, invece, tra i suoi punti di forza maggiori ha proprio la praticità d’uso.
Arriva già completamente montato, basta toglierlo dalla scatola ed è già pronto all’uso. In particolare, risulta comodo da usare soprattutto per i bambini visto che si tratta di un telescopio che va appoggiato semplicemente sul tavolo.
Inoltre è leggero e ha un design compatto per cui può essere caricato e scaricato dall’auto con grande facilità. Il vantaggio è quello di potersi recare in ogni momento in montagna o in un altro posto dove c’è meno inquinamento luminoso per godere di un’osservazione migliore.
Il telescopio National Geographic si rivela particolarmente adatto a un pubblico di principianti anche per gli accessori di cui è dotato che ne rendono l’utilizzo ancora più facile. Tra questi, ricordiamo la bussola integrata alla base che si rivela sempre molto utile per orientarsi, e il software Stellarium che, come in un planetario, ricrea il cielo realistico in 3D.
Il filtro lunare, inoltre, permette di ridurre l’intensità luminosa del telescopio assicurando un’osservazione più efficace del nostro satellite e degli altri pianeti del sistema solare.
Due oculari di livello discreto e la lente di Barlow 2X necessaria per gli ingrandimenti completano la dotazione di accessori.
Infine, grazie alle chiare istruzioni in italiano sarà possibile sfruttare al meglio tutte le potenzialità del telescopio.
- È un telescopio chiamato Dobson, compatto e leggero per gli astronauti
- Il filtro lunare in dotazione, riducendo l'intensità luminosa del telescopio, è indispensabile per una più nitida visione di soggetti luminosi come la luna, Venere e Giove
- Tutti gli accessori necessari sono inclusi, anche l'utilissima bussola integrata sulla base, un piccolo libricino introduttivo sull'astronomia e un software planetario per il computer
- Dimensioni articolo 22 x 32 x 38 cm
Ultimo aggiornamento 2021-10-14 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Telescopi più Venduti Online
In conclusione mettiamo a disposizione una lista dei telescopi più venduti online con i relativi prezzi. Cliccando sul prodotti è possibile accedere alla pagina in cui si trova una descrizione dettagliata e le opinioni degli acquirenti.
Ultimo aggiornamento 2025-01-17 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API